Cosa prevede l’Accordo di Parigi?

Se argomenti quali globalizzazione, relazioni internazionali, politica economica ed ambiente sono la tua passione, stai leggendo l’articolo giusto per te. In questo approfondimento, lo staff dell’Università online Niccolò Cusano di Caltanissetta ti spiegherà tutto sull’Accordo di Parigi.

Ne hai già sentito parlare? Sai di cosa si tratta? Se non hai le idee chiare su cosa sia, ti consigliamo di continuare a leggere per sapere cos’è e cosa prevede l’Accordo di Parigi.

Accordo di Parigi: cos’è e quando è stato sottoscritto

L’Accordo di Parigi è un trattato internazionale sui cambiamenti climatici adottato da quasi tutti gli stati.

Scopriamo insieme cos’è, cosa prevede e tutto quello che c’è da sapere.

L’accordo sul clima di Parigi è un documento sottoscritto dai 195 paesi che hanno partecipato alla Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (COP 21).

Questa conferenza si è svolta nel mese di dicembre del 2015 e l’intesa è stata raggiunta al termine di due lunghe settimane di negoziati. Precisamente alle 19:32 del 12 dicembre, l’allora ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che presiedeva il summit, chiese all’assemblea plenaria se ci fossero obiezioni. Qualche secondo dopo, picchiò il martello di legno e decretò l’adozione definitiva del testo e la contemporanea conclusione della conferenza.

Si tratta quindi del primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, adottato alla COP21, nel dicembre 2015. A siglare l’accordo di Parigi è stata l’Unione Europea con i suoi stati membri. L’Unione Europea ha formalmente ratificato l’accordo il 5 ottobre 2016, consentendone l’entrata in vigore il 4 novembre 2016. Affinché l’accordo entrasse in vigore, almeno 55 paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali hanno dovuto depositare i loro strumenti di ratifica.

accordo di Parigi albero

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Elementi fondamentali dell’Accordo di Parigi

Per meglio comprendere cosa stabilisce l’Accordo di Parigi e cosa prevede il documento, conviene analizzarne gli elementi fondamentali.

In generale l’Accordo di Parigi stabilisce un quadro globale per evitare pericolosi cambiamenti climatici, limitando il riscaldamento globale sotto i 2ºC. L’accordo inoltre mira a rafforzare la capacità dei paesi di affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e a sostenerli nei loro sforzi. Ecco dunque quali sono gli elementi fondamentali.

Riduzione delle emissioni

Rispetto a questo primo punto, i governi hanno concordato di:

  • mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali come obiettivo a lungo termine
  • puntare a limitare l’aumento a 1,5°C, in modo da ridurre in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici
  • fare in modo che le emissioni globali raggiungano il livello massimo al più presto possibile, pur riconoscendo che per i paesi in via di sviluppo occorrerà più tempo
  • conseguire rapide riduzioni secondo le migliori conoscenze scientifiche disponibili, in modo da raggiungere un equilibrio tra emissioni e assorbimenti nella seconda metà del secolo

Trasparenza ed esame della situazione a livello mondiale

Rispetto a questo secondo elemento fondamentale dell’accordo, i governi hanno concordato di:

  • riunirsi ogni 5 anni per valutare i progressi collettivi verso gli obiettivi a lungo termine e informare le parti affinché aggiornino e migliorino i loro contributi determinati a livello nazionale
  • riferire agli altri Stati membri e all’opinione pubblica su cosa stanno facendo per realizzare l’azione per il clima
  • segnalare i progressi compiuti verso gli impegni assunti con l’accordo attraverso un solido sistema basato sulla trasparenza e la responsabilità

Adeguamento

Rispetto al terzo punto, i governi hanno concordato di:

  • rafforzare la capacità delle società di affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici
  • fornire ai paesi in via di sviluppo un sostegno internazionale continuo e più consistente all’adattamento

Perdite e danni

L’accordo stabilisce inoltre:

  • l’importanza di scongiurare, minimizzare e affrontare le perdite e i danni associati agli effetti negativi dei cambiamenti climatici
  • la necessità di cooperare e migliorare la comprensione, gli interventi e il sostegno in diversi campi, come i sistemi di allarme rapido, la preparazione alle emergenze e l’assicurazione contro i rischi

Assistenza e Supporto

L’Unione Europea e gli altri paesi sviluppati sono chiamati a sostenere l’azione per il clima. Come? Riducendo le emissioni e migliorando la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo. Gli altri paesi sono incoraggiati a fornire o continuare a fornire tale sostegno volontariamente.

Città, regioni ed enti locali: il loro ruolo nell’accordo

Oltre a quanto sopra riportato, l’Accordo di Parigi riconosce un ruolo anche a soggetti interessati che non sono parti dell’accordo. Parliamo cioè di regioni, città ed enti locali chiamati comunque ad affrontare i cambiamenti climatici.

Questi soggetti sono invitati infatti a:

  • intensificare i loro sforzi e sostenere le iniziative volte a ridurre le emissioni
  • costruire resilienza e ridurre la vulnerabilità agli effetti negativi dei cambiamenti climatici
  • mantenere e promuovere la cooperazione regionale e internazionale
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Accordo di Parigi: cosa è successo nel 2020

Nel 2015 i governi avevano stabilito di lavorare ad una prima roadmap per la creazione di finanziamenti di 100 miliardi di dollari per il 2020. L’Unione Europea è stata da subito in prima linea negli sforzi internazionali per lottare contro i cambiamenti climatici, mostrando un ruolo guida a livello mondiale.

Cinque anni dopo l’entrata in vigore dell’accordo, i paesi membri si sarebbero dovuti riunire per verificare gli obiettivi prefissati. Parliamo dunque del 2020, anno della pandemia Covid-19.

Nel dicembre 2020, l’Unione Europea ha presentato i suoi NDC (Contributi Nazionali Determinati) aggiornati e rafforzati.

Gli Stati membri dell’UE si sono impegnati a raggiungere l’obiettivo di riduzione interna netta di almeno il 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Concludiamo il nostro approfondimento sull’Accordo di Parigi inquadrandolo nella più ampia cornice definita dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Si integra infatti con i traguardi dell’Agenda a partire dall’obiettivo 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”.

In particolare, l’Accordo di Parigi definisce i contenuti del sotto-obiettivo 13.2 dell’Agenda 2030, che richiede di

“integrare le misure di cambiamento climatico nelle politiche, strategie e pianificazione nazionali.”

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Credits immagine: DepositPhoto.com/ilona75


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